Sebben che siamo donne
Si è concluso oggi il Feminist Blog Camp, la parola dice già tutto..purtroppo a me, non ha detto niente.
E’ almeno un mese che mi preparo all’evento..macché, molto ma molto di più!
Come? Pensando di essere anch’io una blogger (perché femminista lo ero già, come tutti, dalla nascita). Avevo scritto all’ “organizzazione” per chiedere se anch’io, neo-blogger alle prime armi senza Blog, vi potessi partecipare. Anzi, mi sa che avevo chiesto se vi fossero limiti d’età..sono un po’ vecchiotta e credevo che l’evento fosse per le ragazze. Sai com’è..
Si vede che sono una pivella nel mondo delle Blogger: qui è tutto orizzontale..RETE, RETE, RETE! Qui siamo tutte uguali. Quegli sguardi dai piedi (o dalle scarpe) in su, qui non funzionano. O almeno, qualcuno ci prova ancora, ma riesce solo in parte.
Qui, sul web, non ci si vede, non ci si odora, non ci si sente e si è al pari delle altre, o degli altri. Si può essere una perfetta sconosciuta come me, o una grande giornalista. Non fa molta differenza (a parte le grandi grandi o i grandi grandi, ma a chi di noi interessa?).
No, non è un rapporto asettico, non è una fantasiosa e romantica idea del mondo delle blogger e delle donne che ho conosciuto in rete. Sono fatti, fatti riscontrati nel gruppo facebook, nato grazie alla grandiosa idea di Monica Massola (ovvero Ponti Tibetani), il gruppo “donnexdonne” al quale appartengo e unico gruppo FB al quale abbia mai partecipato attivamente.
Da Snoq Siena, parte il mio fare conoscenza con le blogger; anzi, con le donne del, e sul, web. Femministe della rete: donne, mamme, viola, violette, fikesicule, malefemmene, giornaliste, imprenditrici, soprattutto di se stesse. Insomma, una ricchezza infinita che ancora mi viene da chiedermi come sono entrata a far parte di questo variegato e ‘potente’ gruppo di donne. Io, no womanwithweb, senza nemmeno una “casa originale per i miei articoli”, proprio dal basso, da facebook!
Io, blogger e timida twittera, come ho fatto?
Come ho fatto, non ho fatto nulla. Ho lanciato qualche twit qua e là e il web li ha democraticamente raccolti. Nessuno si è preoccupato di capire chi fossi, perché leggevano quello che sono. Sono una, interessata alla politica, alle donne, al rispetto. Una come le altre, che vuole un paese e un modo migliore di vivere e soprattutto ci si vuole impegnare in prima persona, senza aspettarsi nulla in cambio se non questo, cioè quello che ho trovato: un gruppo di donne (e uomini) nella rete – prese, come me, da questo mondo accattivante e imperdibile.
E così, ahimé, mi vedevo immersa lì, al Feminist Blog Camp, piena di sensazioni e di entusiasmo, in mezzo a tante donne più esperte, più sicure, più vecchie di me in rete. Donne che scrivono da anni, che si impegnano come non mai e di cui pochi sanno. Che poi..vengono fuori invece! Fanno #Snoq, #Donnexdonne, #NPdonne, #Femblogcamp! Cavolo se vengono fuori!
E io lì, in mezzo a loro, prima timida, poi, dopo uno o due giorni, via.. mi avrebbero preso fra le braccia (che molte sono mamme), le ragazze giovani mi avrebbero indicato la strada e avrebbero chiacchierato con me allegre. Io avrei potuto apprezzare i loro interventi dal vivo. Altre, o altri – c’erano e sono intervenuti degli uomini..e io che credevo di non poter partecipare per età o ‘status bloggis’, involontariamente cresciuta a base di vecchie prassi – mi avrebbero ascoltato mentre mi presentavo, dicevo cosa ne penso di noi.
Invece sono a casa. Non sono potuta andare. Presa da un viaggio che forse cambierà la mia vita, presa dai problemi di tutti_ salute, soldi, estistenza..ma alla fine penso: ovunque andrò, potrò rimanere sempre ‘attaccata’, in linea, connessa a queste persone. Anzi, potrò crescere e fare con loro. A Parigi potrò visitare l’associazione Choisir che ha dato spunto ad una campagna tutta italiana, #2eurox10leggi (recita l’hashtag su twitter), lanciata da Manuela Ravasio nel suo blog Ipazia è(v)viva. E magari scrivere qualcosa in merito, collegandomi al Blogging day dell’11/11/11 nato per sostenere e pubblicizzare la raccolta fondi.
Penso che potremo andare avanti, fare ancora, fare meglio, incontrarci di più, rifare il Camp e altre iniziative del genere (o di genere).
Penso che potrò esserci la prossima volta a Torino, stabilita una stabilità (che non è un luogo ma un obiettivo), potrò esserci perché è questo che intendo fare, o anche questo. E la cosa che spero di più è di poter fare qualcosa di concreto, creare buone prassi per le donne e conservare (sempre e comunque) questa assenza di giudizio, questa correttezza internautica che non mi fa più vedere e pensare: “guarda com’è questa! Di certo sarà…”.
Non è una buona prassi stabilire che il web è possibilità di Essere e di conseguenza, non è una buona prassi attuare comportamenti simili nella nostra vita sociale e politica per cambiare le cose dentro? E’ tutto lì il cambiamento.
Prima sapere, poi giudicare. Anzi, scegliere. Non categorizzare. La rete ci serve a questo, la sua democraticità orizzontale, la sua clemenza sta in questo. Non c’è più bellezza, bruttezza, seno e labbra o muscoli gonfiati da sfoderare; c’è invece la possibilità di incontrare e mettere assieme le competenze e le intelligenze emotive di ognuna di noi, rimanendo lontane dagli stereotipi (prima che di genere, dalle rigidità dei nostri vecchi schemi mentali), “distanti” al punto giusto per apprezzare, collaborare e fare RETE con tutti: è questo lo scopo del wWw.
Condivido tutto.Il fatto di non aver partecipato e il percorso fatto con le donne in rete.Conto di esserci il prossimo incontro e di poterci vedere!
Buona fortuna per tutto 😉
me piase 😉
Sai, non mi ero mai resa conto di quanto sia importante quella possibilità di essere letti, ascoltati, visti, anche se non abbiamo credits di nessun genere.
Io sono caratterialmente pessimista e le tue riflessioni mi fanno un gran bene.
Aspettiamo naturalmente i tuoi reportage da inviata parigina. Siamo donne europee, no? 😀
Infatti cara, sono pessimista anch’io, soprattutto con me stessa. Al titolo, in effetti manca un pezzo e guarda caso ci riflettevo un minuto prima di leggere il tuo post. Manca, femminismo della ragione, ottimismo della volontà: al posto di femminismo metti pessimismo e viene una famosa frase di..? Mi pare gramsci..ops!
In ogni caso, il pessimismo è realtà,vedere le cose oggettivamente,con la ragione. Ma la volontà fa arrivare ai traguardi. Per questo, solo per questo, mi posso definire ottimista. Credo nella mia, nella nostra, volontà.
Un abbraccio
Cominciavo ad essere stanca di questa militanza in rete che toglie tempo ai miei impegni quotidiani e mi affatica, spesso, sia razionalmente che emotivamente. Perchè le relazioni in rete sono orizzontali ma non impersonali e le discussioni dialettiche a volte turbano. Sempre e comunque toccano. Non è un avatar quello che agisce, ma sei sempre tu; e quando dicidi di esporti ti esponi davvero. Tu, cara Silvia, con questo post mi dai di nuovo la carica per continuare a leggere, a scrivere, a partecipare per come posso. Avrei voluto essere a Torino insieme a te e alle altre. Per questo sogno un #donnexdonne Camp. Paola falabretti-AuraF72
Marta, Sabrina, Paola, creative e umane..grazie!
A presto, nel ns Camp #Occupydisuguaglianza 🙂
Sil
Ciao Silvia, si proprio così,una rete a cui si rimane legate,nonostante le distanze, l’età, i titoli, i meriti, una rete fatta di sentimenti sinceri,
mi spiace tanto non esserci viste, perchè c’è bisogno di guardarsi negli occhi, la rete deve uscire fuori, i sentimenti devono essere espressi, non solo con le parole, devono farsi solidarietà, risate, sorrisi.
Ma le occasioni non mancheranno e poi a Parigi non ci sono mai stata.:)
Un abbraccio carissimo.
Carissima!
Anche a me, sono sincera, mi spiace molto non averti vista anche se non ce la saremmo goduta in così poco tempo. Qualcosa però mi dice che un giorno ci vedremo..magari al donnexdonne Camp che stanno organizzando le supertoscane! 😉
Grazie mille per il tuo contributo, sempre prezioso.
Un abbraccio forte.
Bellissimo articolo che condivido…e anch’io non c’ero al Femcamp…
Carissima Laura complimenti per il tuo blog, molto interessante e pieno di bellissime notizie da te scritte! Riguardo la tua assenza a Torino,al Femminist Blog Camp,,Livia vi ha partecipato per tutti i 3 giorni perhè anche lei scrive nel blog di Lorella Zanardo “www.il corpo delle donne.com” nella rubrica “lettere da……..”: Livia scrive le sue esperienze da Berlino.Passerò a Livia il tuo blog!Magari vi scambiate le vostre esperienze di “emigranti “.Ancora complimenti e diveriti a Parigi! Un caro saluto, magari ci vedremo da tua nonna!
Cara Chiara, cara luisa,
Vi ringrazio per i vostri commenti e mi scuso per il ritrado della mia risposto. Torno ora dall’abbaino parigino ad una realtà più familiare, con il mio pc e internet 24/24.
Sono contenta che mi abbiate letto con interesse e sarò felicissima di scambiare le mie “storie” migranti con voi e altri interessati.
Chiara, hai vissuto nel 10°?! Io lo adoro..Jaurès, spero di rimanere sempre lì, magari in una casa più grandicella.
Cari saluti e a presto!